mercoledì 25 maggio 2011

Scheda libro

Il fu Mattia Pascal Luigi Pirandello

Genere

Romanzo

Struttura narrativa

L’intera vicenda di Mattia Pascal e divisibile in sequenze: l’infanzia vissuta nella più completa agiatezza; la sua giovinezza, i suoi amori prima per una contadina, Oliva, e poi per Romilda. La fuga da Miragno e dalla sua famiglia, causata da i dissesti finanziari e dall’esasperazione per una convivenza forzata con la suocera, la terribile vedova Pescatore. La decisione di inventarsi una nuova vita, i viaggi per l’Europa, il soggiorno a Milano, quello a Roma. L’amore impossibile per Adriana e la scelta di ritornare da suo fratello e poi a Miragno, sconvolgendo gli animi dei paesani.

Personaggi

Principali: Mattia Pascal

Secondari: Roberto, il fratello; Romilda, la moglie del protagonista; la vedova Pescatore, acida suocera; il Malagna, la “talpa”, che dilapiderà il patrimonio della famiglia Pascal; Adriana, giovane donna, affittuaria dell’alloggio romano del protagonista del quale si innamora; Pomino, l’amico insicuro che dopo la “finta morte” di Pascal risposerà la sempre amata Romilda; la madre del protagonista, donna fatalista, che preferisce soffrire anziché ribellarsi.

Ambiente e tempo

L’ambiente comprende tutti i luoghi visitati dal protagonista sia fisicamente sia solo con la sua fantasia, il tempo invece rimane indefinito, ma la vicenda è applicabile in tutto il novecento e l’età moderna.

Vicenda

Mattia Pascal è il custode di una biblioteca nel paesino ligure inventato di Miragno, costretto a lavorare dopo una gioventù agiata; alla morte del padre,infatti ha perso tutti i beni di famiglia che vengono intascati dal Malagna, l’amministratore che sottrae di nascosto i soldi alla famiglia. Mattia è costretto a sposare una donna che lo odia e ad ospitare in casa una suocera che lo disprezza, a patire la morte di sua figlia e sua madre, mentre suo figlio maschio gli viene tolto da Malagna.

Un giorno, dopo una lite con la suocera, Mattia si ritrova a MonteCarlo con 500 lire in tasca e grazie alla fortuna, ne vince al gioco ben 82.000.Mentre ritorna a casa, legge su un giornale la notizia della sua morte, o meglio della morte di uno che suicidatosi era stato riconosciuto dalla moglie e dalla suocera come lui.

Ma ciò è proprio quello che Mattia vuole. Finalmente può ricrearsi una seconda vita con la fortuna che ha in tasca. Viaggia molto, ritrova la gioia che gli era stata negata quando era ancora ritenuto vivo. Durante questi viaggi, si rende conto di essere solo, ed ora vorrebbe dei legami con la società per non esserne escluso. Così decide di fermarsi a Roma per costruirsi una nuova vita.

Qui incontra una famiglia che gli affitta casa e intanto Mattia riscopre anche l’amore per una donna semplice e pura d’animo, Adriana. Tuttavia è ancora costretto a fuggire di nuovo perché la sua condizione di "morto" non gli consente il matrimonio con Adriana. Inscena allora un altro suicidio e fugge verso Miragno. Qui scopre che la moglie si è risposata con un compagno benestante, e nessuno riconosce Mattia finchè non rivela la sua identità. Si rende conto però che, rivelandosi, spezzerebbe una nuova famiglia a lui estranea.

È troppo tardi per riconquistare ciò che ha perduto, e non gli resta altro che tornare a lavorare in biblioteca scrivendo le sue memorie e andando di tanto in tanto a contemplare la sua lapide, la lapide del Fu Mattia Pascal.

domenica 1 maggio 2011

tema sulla diversità

TEMA

Ogni persona è diversa dall’altra per vari ordini di motivi e la differenza è sempre una ricchezza e una risorsa per tutti. Spesso, però, il rapporto con “gli altri” è visto non come valore e occasione di crescita ma come causa di problemi e conflitti. Ripensando alla tua personale esperienza, esprimi quali siano, a tuo parere, i problemi più gravi che gli individui, i gruppi e i popoli incontrano nello stabilire rapporti con la diversità. Cerca di spiegare perché la comprensione, la tolleranza, la solidarietà e il dialogo siano fondamentali per costruire relazioni positive tra gli uomini.

Quando Dio buttò fuori dal giardino dell’Eden adamo ed eva non soddisfatto di averli lasciati al loro destino li fece seguire dalla bestia dell’odio reciproco, una bestia che si insidia ancora in noi ogni giorno della nostra vita da chè uomo è uomo.

La spiegazione scientifica di questo male non è bene chiara si pensa sia un’ emozione come le altre a cui l’uomo è però più predisposto.

L’umanità ha sempre avuto l’odio nel sangue, ed è sempre stato provato verso due soggetti: persone che abbiano ferito emotivamente il soggetto o uomini di altri popoli.

È il secondo secondo me il problema più importante, perché mentre il primo non si possa controllare al secondo si può porre rimedio.

Basterebbe rendere i vari stati istruiti e queste etnofobie non esisterebbero più, ma fare ciò non è tanto semplice visto che certa gente faccia apposta a non ragionare, poi con l’aiuto dei propri genitori possono addirittura fare faville in questo campo.

Ma non tutti la pensano come me, c’è chi sostiene che ad esempio quando uno stato ha un nemico in comune sia più coeso e quindi più efficiente stimolato e produttivo.

Questo potrebbe spiegare la situazione dell’Italia, solo che se anche le cose stessero così non ne varrebbe la pena.

L’odio tra gli abitanti deriva dalla paura del diverso, dall’ albore dei tempi l’uomo ha sempre avuto paura delle cose nuove, se anche queste sono positive l’abitudine che è in noi le rende temibili.

Per questo non è facile abituarsi agli altri e quando arriva nella tua vita qualcosa che ti sconvolge la routine se non si è pronti questa sarà sempre solo e soltanto una cosa terribile.

L’unica soluzione è quindi conoscere ciò che c’è di diverso nel mondo .

relazione su pascoli

STENDI UNA RELAZIONE SU UNO SCRITTORE, UN POETA ITALIANO STUDIATO DURANTE QUEST’ANNO SCOLASTICO. DOPO AVERLO INQUADRATO IN UN PRECISO CONTESTO LETTERARIO, PRESENTA LE PRINCIPALI VICENDE DELLA SUA VITA E IL QUADRO DELLE SUE OPERE, SOFFERMANDOTI SULL’OPERA CHE TI HA MAGGIORMENTE COLPITO E ILLUSTRANE LE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI FACENDO RIFERIMENTO AI CAPITOLI DEL ROMANZO, PASSI O POESIE CHE HAI LETTO.

Giovanni pascoli è uno dei più grandi poeti italiani e degli esponenti del neoclassicismo in Italia.

Raffinato studioso delle lingue classiche subì l’influenza di Carducci e si “specializzò” nelle descrizioni di ambienti naturali e campestri, tipici del decadentismo.

Pascoli nacque nel 1855 a San mauro in una famiglia benestante di dodici persone di cui però molte morirono nel giro nel giro di tre anni lasciando il povero Giovanni e le sorelle e fratelli in una situazione economica instabile e soprattutto con un segno indelebile nel cuore.

Nonostante ciò egli riuscì a compiere degli studi liceali ed universitari anche come allievo di Carducci.

Fervente socialista dopo un’ arresto abbandonò la politica in prima persona continuando a sostenere però i suoi ideali.

Riottenne la stabilità economica insegnando prima nei licei e poi all’università di Bologna, grazie a questa potè dedicarsi alla poesia e inoltre richiamare a vivere con se due delle sorelle rimaste per tentare di ricreare l’aspetto di nido familiare.

Continuò a scrivere poesie fino alla morte avvenuta a Bologna.

La poetica di pascoli è definita del fanciullino perché, secondo lui, in ognuno di noi vive un fanciullino al quale tutte le cose del mondo appaiono nuove e che sa cogliere i segreti della natura e dell’uomo e che però solo i poeti e gli artisti sanno far rivivere.

Per questo motivi nelle poesie di pascoli vengono fatte risaltare le piccole cose, per dimostrare questa sua teoria.

Le sue maggiori opere sono miricae, primi poemetti,canti di Castelvecchio e nuovi poemetti tra quelle che si ispirano ai temi familiari e campestri e a quelli della morte; poemi conviviali e carmina tra quelle che traggono spunto dal mondo classico e la grande proletaria si è mossa tra i saggi in prosa.

La grande proletaria si è mossa è una tesi in prosa sulla conquista della libia esaltata da pascoli come una grande cosa che darà agli italiani la possibilità di essere umili lavoratori ma in terra italiana.

Il termine grande proletaria è preso da uno scrittore, enrico corradini, che coniò il termine per definire l’italia come paese povero che per poter sfamare i suoi cittadini doveva mandarli in uno stato coloniale.

È secondo me un grande brano che esprime benissimo il concetto se non fosse per il fatto che non è un buon concetto.

martedì 5 aprile 2011

tema prima guerra mondiale

Tema

Trieste 3 settembre 1915

Cara Francesca,

tu non sai cosa sia la guerra dal vivo e spero che non ne venga mai a conoscenza.

Sono partito da poche settimane e già sento tremendamente la vostra mancanza.

È incredibile che possano prendere un uomo di napoli per andare a combattere suul’isonzo!

Sai, qui la vita è estremamente difficile, non hai mai un minimo di tranquillità, ti trattano peggio di come noi trattiamo le pecore e ci danno da mangiare come alle pecore!

Tra l’altro dopo il lungo viaggio in treno ( il treno è una specie di carro gigante che fischia, sbuffa e si muove su dei pezzi di ferro chiamati rotaie) ci avevano mandati in un reggimento che si occupava solo dell’aiuto indiretto come trasportare armi e munizioni dalla ferrovia al fronte o nell’inscatolamento del cibo in una fabbrica lì vicino,e questo mi andava bene perché ero d’aiuto senza rischiare la pelle, ma adesso mi hanno spedito al fronte e ora sì che inizio a temere per la mia vita.

Tu forse puoi immaginarti la guerra come un continuo sparare e combattere eroicamente fino allo stremo per ottenere vittorie e disfatte ogni ora ma di questo non c’è neanche il lontano miraggio.

Le uniche cose continue sono l’ansia che ti senti nello stomaco, la noia e la sensazione di oppressione per il non poterti muovere dal tuo buco nel fango per giorni e giorni.

Solo la solidarietà dei compagni è uno stimolo, insieme al vostro pensiero è l’unica cosa che mi fa andare avanti ogni giorno.

Parlando di compagni ce ne sono un po’ di simpatici, c’è un certo emilio gasparri che è mio compagno di trincea, poi uno che si chiama benito mussolini, è un po’ autoritario ed egocentrico ma è comunque un tipo socievole e carismatico, ho un compagno o meglio avevo un compagno che si chiama ettore brioni, avevo perché è stato spedito sul fronte tedesco, è un tipo scontroso però è da quando siamo arrivati che sta al mio fianco e a dir la verità mi dispiace molto il fatto che sia partito.

Franci salutami la mamma e soprattutto fai la brava

Baci papà

Isonzo 20 settmbre 1915

Cara Gertrude

Cara non sai quello che sul fronte succede, sto malissimo non vedo l’ora che questa guerra finisca, non dovrebbe mancare molto da quello che lo stato dice, mi manchi davvero tanto, il tuo profumo, la tua voce, il tuo modo di fare le tue frasi, mi manchi…. Vivere in trincea non è vivere, sto perdendo tutto quello che mi rimane di umano, Dio solo sa se ne uscirò vivo, abbiamo conquistato due trincee nemiche e il prezzo che abbiamo dovuto pagare è la morte di un centinaio di umili soldati tra cui il povero emilio Gasparri, poverino.

Hai mai provato a dovere rimanere sdraiata per un giorno intero sul letto, è una tortura, dopo un po’ implori per alzarti, per fare qualcosa.

Qui è molto ma molto peggio, devi restare bloccato immobile per giorni e giorni ma non su di un comodo materasso che dopo un po’ diventa una prigione ma su uno scomodissimo terreno fangoso che una prigione lo è da subito, inoltre i continui proiettili vaganti che ti sorvolano la testa e la continua imminente possibilità di un attacco ti tendono i nervi fino a consumarteli, è da quando sono arrivato che non mi lavo e le scorte di cibo non sono sufficienti per tutti.

Inoltre la noia ti consuma letteralmente, sto impazzendo dalla noia, non si può fare niente tutto il giorno se non pregare iddio di farci tornare a casa sani e salvi per avere quello che ci meritiamo.

Non vedo l’ora

p.s. dai tanti baci da parte mia a Francesca

Tuo Silvano

lunedì 4 aprile 2011

egitto bianco e nero

L’Egitto e la sua economia

L’egitto è uno dei paesi più sviluppati dell’Africa ma nonostante ciò non è neanche lontanamente paragonabile ai paesi del nord del mondo nel settore economico.

Esso è infatti uno stato che basa buona parte della sua forza lavoro sul settore primario : estrazione di gas e petrolio ma soprattutto agricoltura.

Segue in classifica il settore terziario che è enormente sviluppato per un paese del genere vista la grande presenza di monumenti e mete balneari.

Ma prima di parlare di problemi e attualità facciamo un quadro generale del lavoro in Egitto

· Come detto precedentemente l’agricoltura occupa la buona parte della popolazione attiva in egitto nel 1952 una Riforma agricola limitò la dimensione massima di ogni singolo possedimento terriero per distribuirle così tra i contadini, ma questa misura non bastò a colmare il divario tra i contadini e i più ricchi proprietari terrieri. I programmi governativi hanno incrementato le superfici arabili, promuovendo opere di bonifica e irrigazione delle quali la più imponente fu la costruzione delle dighe di Assuan

· L’industria è sicuramente una fetta dell’economia poco sviluppata rispetto a quello che le risorse del territorio permetterebbero infatti in egitto si trovano riserve di gas naturale e petrolio per niente trascurabili ma nonostante ciò solo una piccolissima parte di questi viene usata per far progredire il paese mentre il resto viene venduto ad un prezzo ridicolo al nord del mondo

· il turismo è invece un settore largamente sviluppato e porta nelle casse dello stato decine di miliardi di dollari che vengono praticamente buttati dalla di questi cattiva gestione

Ed è proprio di questa cattiva gestione che voglio parlarvi

L’economia egiziana è infatti una delle meno dinamiche al mondo. La maggior parte dei capitali del paese viene utilizzata nella costruzione di strade e di canali d’irrigazione lungo l’unico corso d’acqua, il Nilo.

L’Egitto è quasi privo di base industriale e importa dall’estero macchinari, veicoli, prodotti in legno e alimenti. Esporta soltanto una modesta quantità di gas naturale e petrolio, cotone e metalli. Il Cairo deve costantemente far fronte a problemi economici, e i recenti episodi di instabilità non hanno migliorato la situazione.

C’è anche un altro problema: proprio come i faraoni che sfruttarono la popolazione per costruire le piramidi, i militari si sono serviti dei risparmi dei cittadini a proprio vantaggio, pescando il denaro direttamente dalle banche, obbligate a concedere prestiti mai restituiti. L’esercito ha così prosciugato il sistema bancario, aggravando la situazione economica e costringendo il governo a rivolgersi all’estero per nuovi finanziamenti.

Gli Stati Uniti hanno aiutato l’Egitto a estinguere il debito pubblico in cambio dell’appoggio contro Saddam Hussein durante la prima guerra del golfo, ma dopo la fine della Guerra Fredda hanno tagliato gli aiuti. Per salvare la situazione Mubarak ha riformato e privatizzato il sistema bancario impedendo ai militari di servirsi dei risparmi dei cittadini e liberando le risorse. I risultati sono stati eccellenti: per la prima volta dopo secoli l’Egitto è riuscito a svincolarsi dall’aiuto esterno e ha ridotto drasticamente il debito estero.

I militari però, duramente penalizzati dalle riforme, iniziarono ad osteggiare i piani di Mubarak. Ora che la famiglia Mubarak è stata definitivamente allontanata dal potere e la costituzione sospesa, probabilmente l’esercito si affretterà a smantellare le riforme per ritornare alla situazione precedente. Ma se così fosse il paese precipiterebbe nuovamente in uno stato di crisi e non avrebbe altra scelta che cercare aiuti all’estero incrementando nuovamente il debito facendo così sorgere il dilemma tra regime e stabilità economica.

Un altro problema egiziano è la futura lotta per l’acqua infatti la minaccia di una guerra per il controllo di territori ricchi di petrolio non rappresenta niente di nuovo, ma negli anni a venire l'acqua potrebbe accendere più conflitti politici dell'oro nero. In alcune regioni del mondo, la scarsità di acqua potrebbe diventare quello che la crisi dei prezzi del petrolio è stata ,negli anni settanta: una fonte importante di instabilità economica e politica. Buona parte della popolazione mondiale dipende da sistemi fluviali comuni a due o più paesi.

L'Egitto è un esempio dei dilemmi e delle incertezze che devono affrontare i paesi con una rapida crescita demografica e fonti di approvvigionamento idrico molto limitate sul proprio territorio nazionale. 56 milioni di persone in Egitto dipendono quasi interamente dalle acque del Nilo, ma le origini del fiume non si trovano all'interno dei confini del paese. l'85% del Nilo è generato dalla piovosità in Etiopia e scorre come Nilo azzurro nel Sudan prima di entrare in Egitto. La parte restante dipende dal sistema del Nilo bianco, che ha le sue sorgenti in Tanzania, al lago Vittoria, e si congiunge al Nilo azzurro nei pressi di Khartoun. Il fiume più lungo del mondo rifornisce in tutto nove nazioni, e in Egitto arriva per ultimo.

Sulla base di un accordo sottoscritto nel 1959 con il Sudan, l'Egitto ha diritto ogni anno a 55,5 miliardi di metri cubi d'acqua del Nilo, mentre al Sudan ne sono stati assegnati 18,5. Per soddisfare il suo fabbisogno l'Egitto integra l'acqua del Nilo con piccole quantità di acque freatiche, con l'acqua del drenaggio agricolo e con acque di scolo municipali trattate. Nel 1990, ha avuto una disponibilità di 63,5 miliardi di metri cubi di acqua. sfortunatamente, anche secondo le proiezioni più modeste la domanda idrica egiziana salirà a 69,4 miliardi di metri cubi per la fine del decennio. (Poste S., "Le guerre dell'acqua", 1993, in World Watch, n°8, agosto, pp.16 - 24.

Il valore crescente dell'acqua, le preoccupazioni concernenti la qualità e la quantità di approvvigionamenti, oltre che le possibilità di accesso, accordate o rifiutate, hanno dato luogo a un concetto di geopolitica delle risorse , o "idropolitica". A questo riguardo, l'acqua si avvicina al petrolio e a certe ricchezze minerali in quanto risorsa strategica. La sua rarità e il suo valore crescente porteranno sempre più a delle politiche dell'acqua e a conflitti internazionali che potranno attribuire ai diritti su quest'ultima un'importanza di primo piano.

Mettendo quindi l’egitto, uno stato già povero delle risorse “attuali” in una situazione ancora economicamente peggiore.

Non si prospettano buone notizie cari egiziani